Il santuario di San Romedio

 

Si narra secondo la leggenda di come, sul finire del X secolo, il nobile Romedio, erede della prestigiosa casata tirolese dei Thaur, chiamato dalla voce di Dio, abbandonò tutte le sue ricchezze, e decise di cercare la vera felicità e la pace ritirandosi in meditazione sulla cima di una roccia. Alla sua morte, coloro che gli erano stati fedeli, scavarono nella roccia la sua tomba e diedero vita al culto che dal lontano anno 1000. A partire dalla prima cappella costruita nel XI secolo, la fede degli umili nel loro San Romedio fece sì che venissero erette, l’una sopra le altre tre piccole chiesette, due cappelle e sette edicole della Passione, dislocate nella sommità rocciosa quasi come sospese nel cielo, vere custodi della sacralità e della magia del santuario. La ripida scalinata costituita da ben 130 gradini conduce alla tomba dell’eremita, si riempirono di oggetti ex-voto, segni dell’immensa fiducia dei pellegrini nel potere di San Romedio.

Il culto a san Romedio venne riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa nel 1300 e la devozione al Santo si incrementò molto nel XV secolo, quando il santuario venne affollato da molti pellegrini. All’interno del Santuario di San Romedio sono custoditi molti artistici ex voto del XV, XVI e XVII secolo, si trovano affreschi raffiguranti la “Madonna con Bambino”, l’“Ultima Cena” e una serie di angeli e Santi. Nella chiesa di San Giorgio gli affreschi delle volte raffigurano i Dottori della Chiesa e i simboli degli Evangelisti. Nella chiesa di San Michele, sopra l’altare, una pala del XVI secolo raffigura l’Arcangelo Michele che ricaccia Lucifero all’Inferno. Nella chiesa Maggiore di San Romedio la pala dell’altare raffigura San Romedio con l’orso al guinzaglio, mentre gli affreschi delle pareti raffigurano i dodici Apostoli, l’Annunciazione e l’Assunzione della Madonna.
Il Santuario di S. Romedio è spesso ricordato anche per l’area faunistica adiacente l’ingresso in cui vivono in semilibertà due orsi, vera mascotte di tutti i bambini della Val di Non.

La loro presenza in questo luogo di culto è legata alla leggenda secondo cui Romedio, ormai vecchio si sarebbe incamminato verso la città deciso ad incontrare il Vescovo di Trento Vigilio. Lungo il percorso il suo cavallo sarebbe stato sbranato da un orso, Romedio non si diede per vinto e avvicinatosi all’orso sarebbe riuscito miracolosamente a renderlo mansueto e docilmente si è lasciato cavalcare fino a Trento. La festività di San Romedio Martire si celebra il 15 gennaio. Durante l’estate nel Santuario si svolgono una serie di manifestazioni culturali e musicali. Raggiungerlo in macchina entrando nella val di Non, proseguire sino alla località Sanzeno, dove troverete le indicazioni di una piccola deviazione e percorsi circa 1 km troverete un canyon, fino ad arrivare ad un parcheggio. A piedi possibilità di percorrere il sentiero delle forre di San Romedio, un ex-acquedotto realizzato nella metà del 1800, recentemente trasformato in sentiero a picco sul canyon.